Ettore Viola

Quarant’anni di ritratti e illustrazioni
 

DA REPUBBLICA ALLA STAMPA DISEGNANDO LA STORIA

I volti dei grandi
sulle pagine dei quotidiani

Dei grandi del mondo, poeti, scienziati, artisti, filosofi e scrittori, conosciamo i nomi e, forse, le opere. Solo di alcuni, però, abbiamo presente il volto come ci è stato tramandato dalla fotografia o, prima, dall’arte. Ettore Viola, disegnatore, illustratore e anche giornalista (nel senso che ha messo sui giornali il suo racconto per immagini del tempo) riempie quel vuoto iconografico restituendoci una faccia (disegnata a matita e ripassata a china) e collegandola a un nome e a una storia umana.

Viola l’ha fatto per alcuni decenni a Repubblica, al Messaggero e alla Stampa lavorando nel “tempo reale” dei giornali e mantenendo altissima la qualità del segno e la tecnica del disegno. E, da giornalista della fisionomia, non si è limitato a fotografare un volto. Da bravo informatore e comunicatore ha saputo “aggiungere” altre informazioni derivanti dallo studio del personaggio. Viola “racconta” questi aspetti attraverso i particolari. In qualche caso accentuando dei tratti senza mai arrivare alla “caricatura”, in altri aggiungendo un accessorio, un oggetto, un particolare del vestito che ci spiegano molto della persona o delle sue opere. A volte è un atteggiamento: pensieroso, triste, ironico, puntuto, vagamente perfido a esprimere quello che Viola vuol dirci o che, magari, si riferisce al testo che, di solito avvolge i suoi ritratti.

Sì, perché Ettore Viola è tra i grandi disegnatori che, nell’ultima parte del secolo scorso (più o meno dalla nascita di Repubblica), hanno cominciato a mettere mani e segno sui grandi quotidiani italiani, spesso al centro di “paginoni” nella sezione cultura che raccontavano un personaggio, una tendenza culturale, una grande mostra. Lì, alla parola scritta, Viola e altri hanno cominciato ad aggiungere volti (ma non solo) che aiutassero il lettore a “vedere” (e, quindi, a capire meglio) quello che si nascondeva tra le parole. Era una lavoro difficile sia per il tempo, sia per gli spazi ristretti e, comunque, limitati dal testo in forme spesso davvero difficili da gestire per un disegnatore. Sia a Repubblica, con l’indimenticabile “capa” della Cultura, Rossellina Balbi, sia alla Stampa con un altro mito come Enzo Bettiza, Ettore Viola ha prima “imparato” un mestiere e poi lo ha sviluppato ai massimi livelli confrontandosi con i capiredattori, i testi, il tempo, le esigenze grafiche del giornale.

Biografia

 

1974

Da Taranto, dove è nato, si trasferisce a Firenze dove frequenta l’Artistico e l’Accademia di Belle Arti

1980

Si sposta a Roma per lavorare come grafico al quotidiano Il Globo diretto da Michele Tito

1983

Entra a La Repubblica di Eugenio Scalfari come grafico e illustratore

1989

La prima personale al Centro culturale francese dove espone i suoi ritratti legati al tema della Recherche con prefazione di Giovanni Macchia

1991

Espone a Genova alla galleria San Lorenzo i ritratti degli scrittori del mare

1994

Espone a Roma, alla Galleria il Polittico, i suoi ritratti ispirati al Gattopardo e pubblica con l’editore Sellerio il libro-catalogo “Il Mondo del Principe”

1997

Lascia La Repubblica

1998

Partecipa, come illustratore, alla fondazione del settimanale “Liberal” diretto da Nando Adornato.
Pietro Calabrese lo chiama a collaborare al Messaggero

1999

Marcello Sorgi lo assume come illustratore a La Stampa

2007

All’Auditorium Parco della Musica a Roma, presenta un’Antologica dal titolo “ Ritratti Quotidiani” con i contributi di Enzo Golino, Eugenio Scalfari, Pietro Calabrese, Marcello Sorgi, Enzo Bettizza, Igor Man, Massimo Bucchi

2011

Si trasferisce a Parigi dove attualmente lavora

2017

Per due anni  collabora con L’Espresso

2019

Vive e lavora a nuovi progetti tra Parigi e Roma

 

LA SECONDA STAGIONE

A Parigi con la matita libera da vincoli

Nel 2010 Viola si trasferisce a Parigi. Nel suo studio parigino continua la sua produzione con tagli e formati diversi. Nasce cosi’ l’idea di ritrarre i grandi del fumetto: gli americani Chester Gould (autore del grande Dick Tracy), Winsor Mc Cay (Little Nemo), Milton Caniff (Miss Lace e Steve Canyon) e i belgi Willy Vanderstein (Bob e Bobette) e Eduard P. Jacobs (Blake e Mortimer).

Nella capitale francese realizza una raccolta di ritratti di artisti, scrittori e compositori del secolo scorso per un’esposizione dal titolo, “I volti del 900”.

Da Parigi inizia una collaborazione per il settimanale L’Espresso durata due anni.

Con questo sito Ettore Viola ha deciso di raccogliere le sue opere che, ormai, coprono un arco di 40 anni e continuerà ad aggiungere la sua produzione attuale e futura.

 

Le tecniche

 

La base della tecnica di Ettore Viola è la matita ripassata a china. Anche perché, visti i tempi frenetici dei quotidiani nei quali lavorava, quella tecnica era la più semplice e veloce. Soggetti e argomenti venivano decisi nel pomeriggio, gli spazi stabiliti poco dopo e riempiti da Viola in poche ore, dato che le pagine della Cultura, per le quali disegnava, erano le prime a chiudere. E gli spazi non sono quasi mai quadrati o rettangoli precisi ma, piuttosto, strani ritagli e improbabili losanghe.

 Allontanandosi da quella frenesia, con il colore e i tempi più “umani” dei settimanali, la tecnica di Viola può permettersi di percorrere anche altre strade.

Compaiono allora sfondi colorati che sembrano rappresentare i sogni o i pensieri  della persona ritratta, collage e interventi cromatici sui bianchi, i neri e i grigi della china.

E troviamo anche disegni a china su cartoncino, sfondi a tempera “spatolata”, sfondi vegetali (con foglie vere che “galleggiano” sulla tempera) o semplicemente floreali o ancora con ritagli di fotografie ritoccate. Nelle mani di Ettore Viola, un ritratto può nascere da molte tecniche e ispirare un’infinità di racconti.

Lo studio a Roma

Lo studio a Parigi